UNA MAPPA COMPLETA DEL MONDO ORTODOSSO IN PIEMONTE
 
 

L. BERZANO - A. CASSINASCO, Cristiani d'Oriente in Piemonte
Torino: L'Harmattan, Collana "Logiche Sociali", 1999, pag. 220.






Per la prima volta, un'opera accademica cerca di analizzare tutte le espressioni del cristianesimo d'Oriente in un'intera regione italiana: dalla storia all'indagine statistica, dall'arte al mondo sociale e letterario.

Il saggio introduttivo, Cristiani d’Oriente in diaspora. Elementi di sociologia dell’Ortodossia, tenta di porre le basi per una disciplina poco studiata in Italia, ma che vede un crescente interesse a livello accademico. In particolare, il saggio evidenzia la reazione dell'Ortodossia agli stimoli della mondo secolarizzato, e la sua differente reazione rispetto ai cristianesimi occidentali.

Il testo prosegue con capitoli monografici dedicati alle varie realtà che in Piemonte si richiamano in qualche modo al cristianesimo orientale. Laddove è possibile, i capitoli sono introdotti da brevi "schede" ricche di informazioni generali per un primo inquadramento dei fenomeni, e per un possibile contatto con le comunità e i gruppi descritti.

La prima parte, dedicata alla presenza del cristianesimo d'Oriente nel mondo cattolico piemontese, analizza la parrocchia italo-albanese di San Michele Arcangelo a Torino, la storia del fenomeno del biritualismo, l'interesse del mondo cattolico torinese per la letteratura e l'iconografia ortodossa, e i contatti con il mondo cristiano orientale presso alcuni gruppi ecclesiali cattolici, tra cui spicca la Comunità di Bose. Alla Diocesi di Alba è dedicato un capitolo quale modello pastorale dell'accoglienza degli immigrati ortodossi, e un ulteriore studio copre le presenze (in gran parte cattoliche) del mondo cristiano arabo in Piemonte.

La seconda parte analizza il mondo ortodosso in senso stretto, e si apre con la descrizione delle comunità del Patriarcato Ecumenico, tra cui la parrocchia greco-ortodossa a Torino e il Monastero di San Basilio a Revello, oltre a uno sguardo al mondo culturale greco a Torino. La descrizione delle comunità del Patriarcato di Mosca include due presenze storiche (la parrocchia di Sant'Egidio a Montalto Dora e la missione dei Santi Basilio e Benedetto a Torino) e una attuale (la Comunità di San Massimo di Torino), oltre a una descrizione dei centri culturali russi a Torino, e della storia della cappella ortodossa di Santa Anastasia a Magliano Alfieri. La parte dedicata all'Ortodossia romena copre la parrocchia di Santa Parascheva e la missione di San Giuda Taddeo. Altri capitoli descrivono gli inizi della presenza ortodossa russa in Torino, attraverso una storia dettagliata della comunità di profughi russi in Val Pellice, fino alla descrizione dell'attuale immigrazione dei Vecchi Credenti. Viene anche menzionato il fenomeno delle Giornate Popolari Ortodosse, la presenza ortodossa tra i Rom, e alcune delle presenze minoritarie di etnie ortodosse nella regione.

Il terzo capitolo descrive il mondo degli ortodossi orientali (non calcedoniani) in Piemonte, dalla parrocchia ortodossa copta di Santa Maria Vergine a Torino, alla comunità ortodossa eritrea e altre presenze minoritarie, con un cenno alla missione assiro-caldea.

Un'ultima parte studia il fenomeno delle presenze evangeliche legate a paesi tradizionalmente ortodossi, con la descrizione di un singolo fenomeno relativo, la comunità pentecostale etiopica di Torino.

Questo libro è una guida preziosa per quanti lavorano nel campo dell'assistenza all'immigrazione e al dialogo ecumenico tra i cristiani di diverse confessioni, e i commenti di chi ha utilizzato il testo in tal modo sembrano confermare un certo valore dell'opera.
 

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